Al Ministro dell’Interno Matteo Salvini

Signor Ministro dell’Interno,

nell’apprezzare in premessa il Suo impegno ed il Suo sforzo nella complessa gestione del flusso migratorio che da anni continua a riversarsi sulle nostre coste, con la presente siamo ad offrire il nostro piccolo contributo in termini di proposte e suggerimenti da parte di chi conosce profondamente le problematiche correlate all’ordine pubblico ed alla sicurezza degli Italiani per mezzo della voce dei lavoratori schierati in prima linea ogni giorno.
Dobbiamo dirle che anche noi siamo stanchi delle ingiuste accuse di razzismo e xenofobia rivolte a chi rivendica una gestione legale e realistica del fenomeno immigrati.
La demagogia delle passate legislature, che andava peraltro a braccetto con gli interessi economici di molti, ha fatto il suo tempo: non è più possibile rivendicare il diritto alla permanenza sul territorio italiano a tutti quelli che vi arrivano, la maggioranza in modo illegale e da clandestini, senza documenti di identità, arricchendo le tasche dei nuovi mercanti di schiavi e creando una schiera enorme di disperati senza lavoro, senza casa, preda soltanto della criminalità organizzata o dello sfruttamento più becero da parte del feroce caporalato operante soprattutto nel settore dei lavori agricoli.
Bisogna avere il coraggio (e Lei lo ha dimostrato) di limitare gli ingressi solamente a chi fugge da guerre e persecuzioni, rispedendo a casa propria tutti gli altri (anche se già presenti) perché la ricerca di migliori condizioni di vita non può giustificare invasioni incontrollate, specialmente in Paesi dove poi il lavoro non lo trovano neanche i residenti!
Paesi civilissimi ed economicamente molto più avanti di noi (gli USA, l’Australia, la Svizzera,…) hanno una seria e rigidissima politica dell’immigrazione, consentendo l’ingresso solo a chi potrà, per le condizioni oggettive e per le sue capacità, inserirsi ed integrarsi.
Oggi le nostre città, le nostre piazze brulicano di sfaccendati che oziano tutto il giorno, importunando (quando va bene) la gente comune con richieste continue di aiuto e di denaro e , nei peggiori dei casi purtroppo sempre più frequenti, compiendo atti vi violenza, spesso di una ferocia indicibile, su anziani, donne, adolescenti,… per appropriarsi di qualche euro, di un orologio, di un telefonino.
Il nostro osservatorio privilegiato di organizzazione dei lavoratori anche della sicurezza, ci ha fatto scoprire come alla base di questi reati ci sia sicuramente il bisogno ma spesso accompagnato da una ferocia ed un risentimento fortissimi nei confronti dell’occidentale più fortunato perché più ricco: non è possibile allora offrire ospitalità, con i costi che comporta, a questa gente, con il rischio di incrementare le già forti tensioni sociali, la criminalità, il disordine.
Infatti, tutto ciò sta provocando una reazione abnorme negli Italiani, con il verificarsi di episodi di razzismo anche gravi in danno di cittadini stranieri inermi, aggrediti solo a causa della loro appartenenza etnica, vittime innocenti di una spirale dell’odio che rischia di travolgere la nostra società e la convivenza pacifica all’interno delle città e dei paesi.
Anche nell’interesse degli stessi migranti, occorrerà dare spazio solamente ai perseguitati e da chi proviene da Paesi in guerra, in modo da poter offrire loro, perché in numero minore, un concreto aiuto e supporto.
La macchina delle espulsioni deve essere potenziata, anche con l’assunzione di personale, in modo da procedere con celerità, sia per i clandestini in condizione di libertà sia per quelli detenuti attraverso accordi con i Paesi di origine per far scontare lì le condanne, perché di importare criminali francamente non ne sente il bisogno nessuno.
E’ necessario inoltre che i tanti, troppi operatori della sicurezza attualmente impegnati presso tantissimi uffici della P. A. tornino a presidiare il territorio e a svolgere quella funzione primaria di controllo dello stesso, assolutamente indispensabile nell’azione di prevenzione dei crimini, lasciando al personale amministrativo i compiti che gli sono propri.
Lo Stato italiano deve riconquistare una sua autorevolezza anche in questo settore, dimostrando umanità e disponibilità con i profughi ed i perseguitati, ma anche inflessibilità con chi pensa di aver trovato il Paese di Bengodi, dove si può vivere sulle spalle dello Stato, dei cittadini onesti, dei lavoratori… senza dare nulla in cambio e questo vale per tutti
Se è questo è stato reso possibile da qualche Governo passato, non sarà più così, i diritti devono camminare con i doveri, sempre e comunque; e questo Paese non ha risorse illimitate, il benessere degli Italiani deve essere salvaguardato prima di tutto e di tutti.
Crediamo che su questo siamo allineati, signor Ministro, Le chiediamo di non abbassare la guardia, e la ringraziamo della cortese attenzione.

Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
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